Tommaso BISOFFI
Candidato per il consiglio comunale con il Partito Democratico
Sono nato a Padova 31 anni fa, ma vivo a Trento ormai da 12 anni.
Mi sono trasferito per studiare giurisprudenza all’università, poi ho scelto Trento come città in cui rimanere a vivere e lavorare. È una città in cui si sta molto bene, incastonata tra montagne stupende, e qui ho intrecciato dei forti legami con molte bellissime persone delle varie comunità in cui ho vissuto e vivo.
Non voglio tanto parlarvi di me, quanto delle comunità di cui ho fatto parte e grazie alle quali sono diventato chi sono oggi.
La prima è stata la comunità universitaria, a cui devo la mia formazione giuridica e l’occasione di aver potuto respirare molti ideali che condivido e imparare come trasformarli in azioni per lavorare alla costruzione del bene comune. Non dimenticherò la soddisfazione del mio relatore e della commissione di laurea per l’argomento che scelsi per la tesi: il commercio italiano di armi, spesso praticato in violazione delle stesse leggi italiane.
Fin dal mio secondo anno a Trento sono stato accolto dalla stupenda comunità del gruppo scout Trento 8, dove mi sono sentito in famiglia. Per vari anni ho accompagnato bambine, bambini, ragazze e ragazzi, e attualmente mi occupo della formazione capi a livello regionale come Incaricato alla Branca L/C.
Il percorso scout, che mi ha profondamente formato, prevede che alla sua conclusione si facciano tre scelte che accompagneranno nella vita: una scelta di fede, una scelta di servizio (volontariato) e una scelta politica. Queste sono state il motore di tutte le scelte successive che ho fatto, dal lavoro alla decisione di candidarmi a queste elezioni. Essere cristiano significa allenarmi ad amare le altre persone, consapevole che “il vero modo di essere felici è quello di procurare la felicità gli altri”, scegliendo di dedicare sempre una parte del mio tempo al volontariato. Rimanendo accanto a chi ha bisogno d’aiuto spesso ci si indigna per le ingiustizie che vivono queste persone, ci si interroga sulle cause di queste sofferenze e si vorrebbe rimuoverle: questa è la politica.
Altre comunità importanti sono quelle in cui ho vissuto, soprattutto quella gestita dalla Pastorale Universitaria e la Combouniversitaria, luogo in cui vivono studentesse e studenti accanto a persone richiedenti asilo, una comunità che abbiamo fatto nascere con alcuni amici e amiche grazie all’aiuto del Centro Astalli Trento. In questi luoghi sono nate relazioni fortissime, tanto da considerarci fratelli e sorelle; è una delle più grandi ricchezze che ho nella vita, sono davvero molto fortunato! A distanza di tempo ho ascoltato la definizione di “famiglia queer” di Michela Murgia e non c’è stato bisogno di comprenderla, l’avevo vissuta.
Infine, anche se molte altre sono le esperienze che vorrei raccontare, preso dall’entusiasmo, voglio parlarvi della comunità del Centro Astalli Trento, un’associazione che si occupa di accompagnare, servire e difendere le persone migranti forzate che arrivano in Trentino. Astalli all’inizio è stato casa, la convivenza di cui parlavo, poi sono stato eletto nel consiglio direttivo, impegno che mantengo tuttora, e dal 2021 lavoro come operatore legale. Ogni giorno mi occupo di aiutare le persone ad affrontare la procedura per il riconoscimento della protezione internazionale, oltre che a comprendere la propria situazione giuridica per diventare consapevoli dei propri diritti e doveri.
In questi anni ho condiviso tante emozioni. Una è la felicità, come quella di una donna che riesce a ricongiungersi con il figlio che dovette abbandonare quando scappò dal suo paese. Poi il dolore di persone perseguitate nel proprio stato, che sono state picchiate durante il viaggio verso l’Europa, e che infine qui in Italia si sono ritrovate vittime di una società che molte volte le respinge. Ho sentito anche la rabbia di chi vede calpestata la propria dignità, e quella che nasce dal vedere violenze perpetrate contro queste persone nel nostro Paese. C’è infine, però, una grande speranza che nasce dal lavoro a stretto contatto con grandi colleghe e colleghi, assistenti sociali del comune, operatrici/tori di strada e di luoghi di accoglienza di bassa soglia… siamo una forte comunità disposta a sfidare ogni giorno le storture di questo sistema di accoglienza, le prassi illegittime talvolta adottate dalle nostre istituzioni e infine le sciocche ideologie di chi pensa di conquistare il proprio benessere costruendo muri.
Tutte queste esperienze mi hanno portato a dare la disponibilità per questa candidatura, perché amare Trento, e chi ci vive, ci fa stare bene!